Donato Carrisi, La casa delle voci

Quando raccontai allo scrittore Fabiano Massimi che ero un ipnotista, mi chiese perché non avessi ancora scritto un romanzo il cui protagonista fosse appunto un ipnotista.

«L’ipnosi affascina, è misteriosa, tu la conosci bene e la puoi maneggiare con padronanza. Se poi in questa storia ci metti un bambino scomparso, il gioco è fatto. Conquisti le vette delle classifiche.»

Peccato ci sia già un “certo” Donato Carrisi ad averci pensato!

Pietro Gerber è uno psicologo infantile, ipnotista, conosciuto come l’addormentatore di bambini. Ho letto con grande piacere e curiosità La casa delle voci. È una storia che ti cattura e ti trascina ipnoticamente negli abissi della mente umana fino al fondo, senza sosta. L’ipnosi è l’espediente per esplorare l’inconscio alla ricerca di una verità che, come in ogni ottimo thriller, si scoprirà essere molto diversa da ciò che il lettore supponeva.

Dopo averlo finito di leggere, ho pensato che Fabiano Massimi ha ragione: ipnosi e bambini è un cocktail che funziona. Ci vuole però anche uno scrittore bravo come Donato Carrisi per creare un ottimo thriller psicologico!

E io lo sono? Sufficientemente bravo come scrittore intendo?

Be’, sinceramente, nutro qualche dubbio!

Ma c’è solo un modo per scoprirlo.